giovedì 20 febbraio 2014

FINO ALL'ULTIMO TACKLE: VITA E GESTA DI NOBBY STILES

di Gian Maria Campedelli (per seguirci su Facebook clicca QUI)



Collyhurst, appena fuori Manchester, anni Quaranta. E' la cartolina perfetta della grigia periferia operaia inglese, fuliggine, olio, il fumo delle fabbriche. Pochi soldi, ragazzini che devono crescere in fretta per dare il cambio ai padri. Nasce qui Nobby, 1942. Collyhurst: un non-luogo industriale che fa da culla ad un bambino come tanti, la speranza per il futuro nel pieno della guerra. 

sabato 8 febbraio 2014

MAGARI. MAGARI NO. IL CALCIO A SOCHI, FAVOLA RIFIUTATA.

di Gianmarco Pacione (clicca qui per seguirci su FB)
"Noi lo abbiamo rifiutato"

Le immagini in rete girano vorticosamente. Un impietoso disastro: scheletri d'alberghi che faticano a reggersi in piedi, bagni comuni, stanze imbarazzanti che regalano insicurezze ad ogni colpo d'occhio, sottopassaggi allagati.

Olimpiadi invernali, inverno organizzativo inoltrato.

Sochi si fa osservare, sbeffeggiare. Non è la prima volta.

I coraggiosi per eccellenza. Tifosi dello Zhemchuzhina.
Lasciamo sci, bob e slittini nello sgabuzzino, là, impolverati. Il fùtbol respira anche in questa terra di pochi. O meglio, boccheggia, annaspa. La respirazione bocca a bocca, però, non è affare di Pamela Anderson o di banchieri assennati.

Ah, i russi arricchiti, specie quasi carnevalesca, simpaticamente scellerata.

Fondare una squadra dandole il nome del proprio hotel. A Sochi fila tutto liscio nel lontano 1991, nevica sui monti, nessuno tifa, sfilano sul Mar Nero bikini cosacchi, il calcio non alza la mano all'appello. Lo Zhemchuzhina è la perla del lungomare, albergo prepotente quanto il suo proprietario. Chissà le circostanze. Un party privato, una vodka di troppo, una sciata noiosa...e riecco l'albergatore fenomeno: "Sapete che faccio? Porto il calcio a Sochi.". La sua perla trasfigurata in undici improbabili calciatori d'arancio vestiti.