Noone si riposa vestendo Brighton e nobiltà |
L’emozione d’ammirare Steven Gerrard.
Deglutisce Craig
Noone, lo fa dall’alto delle sue Timberland usate, controllando il martello nel
suo palmo destro, sistemandosi il ciuffo impolverato ed abbozzando un saluto. “Buon
allenamento capitano”. “Grazie amico, come va il tetto, in una settimana lo
finirete?”.
Noon in borghese a Skelmersdale |
Classe operaia.
Ogni picchiettio sulla parete, ogni trave posizionata un
ricordo, un’immagine: le lacrime nel letto con i pugni chiusi ad undici anni, rifiutato
dall’Accademy del suo Liverpool; le bestemmie e la porta chiusa violentemente a
quindici, abbandonato dal Wrexham. Prima i nobili, poi i borghesi, esterno
sinistro senza domicilio.
Ad accoglierlo a braccia aperte le tute blu, quelle della
pausa pranzo in un sacchetto, quelle dello Skelmersdale United. Senza divise d’allenamento,
senza stipendio, senza volto. Noone colora
futbol scostando carcasse, scala l’Everest a piedi nudi. Dicono che a Skelmersdale,
nel West Lancashire College Stadium, ci fossero più buche che fili d’erba. Equilibrista
sulla fascia. Dicono che a Skelmersdale, in quegli anni, la squadra più
importante fosse il Liverpool, sezione femminile.
La "casa" di Gerrard |
Costante attrice protagonista la vita vera, impegnata giorno
dopo giorno a guardare il cielo senza trovarlo. Ogni tetto costruito una
settimana di benzina per andare ad allenamento. Tacito accordo che lo conduce a
lavorare, meravigliato, nella villa di Steven Gerrard. Strano come primo incontro
con il calcio che conta.
Arriva qui l’ispirazione, la profezia tanto attesa. Noone
cambia, ingrana quinta, sesta e oltre senza più fermarsi. Il primo paletto
messo a Southport: guadagno medio 150 £ a gara, fish and chips offerto una
volta a settimana e spostamenti in pulmino. Estasi. Ma non c’è tempo per la
soddisfazione.
Il telefono squilla, il martello cade per terra. È il
Plymouth. Noone si fa strada tra i coppi, finalmente può definirsi calciatore
professionista.
Noone eccitato ad Anfield |
Ha 21 anni Craig, sfreccia in autostrada sulla sua Corsa per
firmare il primo vero contratto. Ha 26 anni Craig, sfreccia in autostrada sul
suo Range Rover; sul sedile del passeggero una busta marchiata Manchester City,
al suo interno la maglia del Cardiff sudata con cui ha appena segnato all’Etihad
Stadium.
Nel mezzo tre anni di Exeter e Brighton, di galoppate e
poesie mancine.
Ancora l’emozione d’ammirare Steven Gerrard.
“Grande partita Craig, ne è passato di tempo dal mio tetto
eh! Nemmeno ti ricordavo sinceramente, me l’ha detto un giornalista prima.”. “Grazie
capitano, scambiamo la maglia?”.
Melodia di palloni calciati, d’ordini urlati. Il Cardiff si
sta allenando, Noone è immobile, il ciuffo baciato dal vento, la testa
reclinata. Ai piedi il suo cognome inciso su Adidas fiammanti. Le nuvole, il sole. “Eccolo il cielo.”.
Classe operaia, classe d’un carpentiere in paradiso.
La rete contro il City |
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