di Gianmarco Pacione (per seguircisu FB clicca qui)
Bosetti con la sua amata Popoulaire Sud |
C’est si bon. Anche Louis Armstrong è stato nizzardo per
tre, intense, parole. Pops e la sua tromba, figli dell’estro d’Henri Betti. Distanti
un oceano dal loro timido genitore, nascosto tra spartiti e note, allattato
maternamente, in tutto il suo genio, dai colori della Vieux-Nice.
Gli anni ’60 come oggi. Una pastellata meraviglia, marcato
contorno dell’umido ciottolato. Finestre verdi senza età, affacciate, come
bambini curiosi, alla continua ricerca della spuma marina, della dorata sabbia.
Un grembo artistico dal sapore di salsedine.
Le BSN, sciolte nel 2010 dal Ministero dell'Interno francese |
Queste sono le piazze della Nizza popolare, dove da secoli ci
si è sempre chiusi a riccio. Testuggini smeraldine dalla parlata ligure.
Popolo in balia di, ed in guerra con qualsiasi entità esterna. Popolo
che, dal 1904, segue fedelmente le sorti de “le GYM”, l’Olympique Gymnaste Club
Nice. Un amore che mette radici nelle arterie antiche della città, dove a scorrere
è solo sangue rossonero. Un amore “provinciale”, viscerale, coltivato tra le
affettatrici dei macellai, tra i caffè delle varie rues centrali. Un amore
rappresentato dalla Popolaire Sud, dalla vera gemma di questa perla sul mare.
Un esplosione di cori, di colore, d’esasperato legame. Ogni domenica, dovunque
in giro per la Francia.
il teschio della Brigade Sud 1985 |
C’est si bon. Lo sapeva Henri Betti, gustandosi i tempi
dorati dei quattro scudetti, alzando le mani disegnando note nel suo caldo
studio, chiudendole in gioiosi pugni davanti agli stacchi di testa di Pancho Gonzales,
vero dominatore dello Stade du Ray nel primo dopoguerra. C’est si bon. Lo ripete
oggi, nella stessa casa del grande compositore, il suo diretto nipote. Anche
lui allattato dalla Nizza antica, dalla gradinata sud popolare. Anche lui
compositore di una storia magnifica.
Alexy Bosetti è, a tutti gli effetti, una leggenda moderna, di quelle rare, rarissime. Classe
1993, esterno dalla grandi doti tecniche, dal talento impressionante quanto la sregolatezza
caratteriale.
l'aquila nizzarda sul cuore |
Anni di calcio giocato sì, ma
soprattutto tifato.
Una leggenda colorata da tatuaggi chiari, forti. Segnali,
avvertimenti inequivocabili sulla pelle. L’aquila de “Le GYM” fissa, sul cuore,
ad osservare chiunque con occhi orgogliosi; il teschio sulla spalla, compagno
di mille tafferugli, di viaggi in traghetto, di delusioni nella cadetteria francese.
Leggenda che non sarebbe tale se privata del più incredibile
risvolto. La convocazione, l’esordio di questa duttile ala dal fumogeno nel
sottoscarpa ed il borsone in spalla.
Un figlio prediletto, un fratello, improvvisamente in calzoncini e con l’aquila, quella ricamata, quella sacra, ormai completamente fusa con il suo cuore.
il drappo rossonero dopo la finale under 20 |
C’est si bon, direbbe Henri Betti allo Stade du Ray osservando suo nipote. C’est si bon, Alexy, c’est si bon.
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