“L'anatroccolo si lanciò disperato verso di loro gridando: - Ammazzatemi, non sono degno di voi!-
Improvvisamente si accorse del suo riflesso sull'acqua: che sorpresa! Che
felicità! Non osava crederci: non era più un anatroccolo grigio… era diventato
un cigno.” Così Andersen concludeva più di un secolo fa una fiaba che segnerà
l’infanzia di milioni di bambini. Un finale intriso d’allegria, il gioioso
compimento d’una lunga e travagliata vicenda che, per larghi tratti, appariva
destinata ad essere caratterizzata da un’eterna sofferenza, da un’incorreggibile
inferiorità.
A distanza di quasi due secoli la storia si ripete, questa
volta non è ambientata nel rurale scenario descritto dal grande autore danese,
bensì in uno stagno tutto particolare. Fatto di seggiolini, abitato da
ventimila gallesi, orgogliosi d’essere i primi figli del dragone rosso a potersi
gustare la Premier League. Il Liberty Stadium incarna esattamente il concetto di
luogo affascinante e mistico, perfetto per questa fiaba dei giorni nostri.
I brutti anatroccoli però, nella nostra personalissima vicenda,
sono due.
Daniel Anthony Graham (per tutti Danny) e Miguel Perez
Cuesta o, più semplicemente, Michu, numeri dieci e nove dello Swansea AFC.
Due giocatori completamente differenti, assimilati però da
un passato nelle minors, anni lunghi, faticosi, costellati da delusioni ed
infortuni.