giovedì 14 novembre 2013

UNA BOTTA E VIA. L'AMPLESSO DI MATTEINI.

 di Gianmarco Pacione
L'esultanza di Matteini ad Avellino

Se solo potessi tornare indietro.

La testa intontita, stupefatta, è quella d'un tifoso, d'un amante.

Se solo potessi tornare in quel Novembre del 2005, se solo potessi cancellare dalla mente quella strana sensazione. Innamorarsi è bello, bellissimo.

Pescaresi presenti ad Avellino per l'1-3
All'epoca ero ancora poco più che bambino, abbagliato da quei gradoni dipinti di bianco ed azzurro, da quella nord gigante, in costante movimento. Era tutta una favola, respiravo la prima cotta abbracciando una sciarpa, seguendo cori trascinanti, lanciandomi in mischie dolorose. Vivevo di fascinazione, alternando le più sensibili, dolci farfalle allo stomaco, a urla becere, ad insulti che traboccavano incontrollati.

Era lavoro duro, durissimo, idolatrare un Cammarata in stampelle, un Bonfiglio scomparso dai miei ricordi di quasi tredicenne (forse grazie a Dio), un Croce esaltante, stranamente troppo.

Eppure in ogni donna si tende sempre, schizzinosamente, instancabilmente, a legarsi ad un particolare.

In quel Pescara Calcio mi feci ammaliare dall'esultanza d'un giovane livornese.

Partenio d'Avellino. Il Delfino conduce 0-1, rete strabiliante di Bonfiglio (sì, proprio lui). Poi al 61' l'amore nella sua più estrema e, a posteriori, crudele forma. Matteini come il Pogba della scorsa settimana. Matteini meglio di Pogba, meglio di qualsiasi altro essere vivente. La biglia che s'insacca. Un lampo al volo. La corsa frenetica sotto il settore ospite, sotto quell'alternarsi di maree, di onde, di corpi marchiati da un indiano. La maglia sfilata e posata per terra, gesto ingiustificabilmente giustificabile.

L'amplesso.

L'amore crudo, l'amore profondo. Il bacino che s'inarca a ritmo della spuma marina che piove dagli spalti. Il sesso puro con la maglia blu, con i pescaresi presenti, con quelli a casa. Irrimediabile innamoramento.

Matteini mentre scende le scale da corteggiatore
Poi il buio. Apice d'una storia tanto intensa quanto dimenticata. Una maglia, un popolo intontito. Tutti reduci da una botta e via senza significato o valore, se non nel momento dell'atto stesso. Sporchi, usati.

L'animo accusa il colpo, la mente fa dimenticare.

Matteini sparisce, galleggia tra il blasone crociato e le leghe minori. Non ha lasciato numero di telefono o contatto Facebook.

Ma il destino è crudele. Proprio oggi scopro che il buon Davide da Livorno, ormai trentunenne e pellegrino del futbol senza apparente meta, ha voluto regalare l'ennesimo sgarbo. Come l'ex storica alle prese con un bacio, tutt'altro che sensuale, con il peggiore dei fenomeni da discoteca. Eccolo riapparire lì, sulla scalinata più deprimente del panorama televisivo italiano.

"DAVIDE". Pare sia corteggiatore d'una lagnosa, scontrosa e banale reginetta del vezzo. Voci dicono sia stato eliminato subito, senza possibilità di replica, un po' come il popolo biancazzurro.

Infastidisce il sorriso, il passo cadenzato, il capello, il tatuaggio. Tutto rimanda a quel pomeriggio avellinese. Tutto ripresentato nella fiera del dissimulato, del finto. Il tifoso biancazzurro tradito con il peggior nemico. Tradito con il rivale che fa il brillante a serate di quindicenni. Tradito.

Teatri, pubblici antitetici. 

Dedico le profetiche parole di Flaiano a chiunque si senta come me: "In una società come la nostra il sesso è un fatto di cultura. Un modo di sbarazzarci dagli equivoci, di arrivare col tempo ad una realtà più chiara. O almeno dovrebbe essere questo. Purtroppo è anche l'ultimo rifugio. E si avvia a diventare un'industria.".

Ps non ho osservato la puntata del programma in questione, per eventuali news a riguardo bussate in altri blog più informati.

Pps sì, in fondo in fondo non sono altro che un ex geloso ed incazzato.

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