martedì 17 marzo 2015

KOP: DOVE I CORPI DIVENTANO ONDE

di Gianmarco Pacione (per seguirci su Fb clicca qui)



Manor Ground, 22-9-1906: la prima Kop


Esistono luoghi dove i corpi diventano onde, dove i volti paiono puntini d'un quadro divisionista. 

Kop li chiamano, o meglio, li continuano a chiamare. 

Quel termine burbero, dal suono poco elegante: involontaria onomatopea di urla e strepitii. Quelle tre lettere che ci spediscono dritti ad Anfield Road, nella zona più rossa di Liverpool. 

Spion Kop Hill, Sud Africa
Bisogna fare un passo indietro, però, per bussare alle origini della leggenda: anno 1904, un giornalista londinese divora tabacco sugli spalti del Manor Ground, casa del Woolwich Arsenal (padre degli odierni Gunners). Il cronista, seguendo l'infinita traiettoria d'uno stizzito rilancio, ferma gli occhi su un nuovo settore dello stadio. Oscillanti, sotto migliaia di gonfi cappelli, uomini d'ogni provenienza assiepano invisibili gradoni. 

Un'azione, un ululato; un fischio, una pioggia di braccia alzate. 

Impossibile non muovere la penna, impossibile non pensare ad un giusto paragone per quello scroscio di piccoli occhi brillanti. Un monte d'emozioni in continua ebollizione, sempre più teso alla ricerca delle nuvole.  

L'intuizione arriva un'istante dopo, osservando quegli stessi corpi contorcersi, quasi coreograficamente, dopo una rete subita. 

Kop di Anfield, 1970

"La Spion Kop Hill, ecco a cosa somiglia". Un viaggio di migliaia di chilometri, fino in terra sudafricana: là, su quell'esotica collina, dove il verde si era tinto di rosso appena sei anni prima. Stavano a terra corpi e corpi di britannici, trucidati dall'esiguo esercito boero. 

Strana associazione tra dolore e magia; tra un colosso naturale, immutabile, ed un puzzle umano, assemblato minuziosamente. 

Denominatore comune è la sofferenza: orgasmica, tremenda, dolce, amara sofferenza. 

Dal giovane Arsenal ad un Anfield in costruzione, dal 1904 al 1906. 

"Questo enorme settore, simile ad un muro, deve essere chiamato Spion Kop". Tuona così, nelle colonne del Liverpool Echo, il giornalista Ernest Edwards. Usando un'espressione non originale, già, ma molto significativa per tutti i Reds: la maggior parte del sangue versato nella Seconda Guerra Boera, difatti, era di giovani fratelli ed amici, figli del Merseyside. 

Dopo l'ufficializzazione del nome, nel 1928 (anno in cui venne costruito il tetto), la Spion Kop dei liverpudlians divenne simbolo dei grandi giganti che, inevitabilmente, finirono per incorniciare l'età dorata del football. 

L'Aston Villa gioca, Holte End assiste 
Holte End di Villa Park, con i suoi 30mila ed oltre posti disponibili, appare ancora oggi, nelle mitiche foto, una sorta di scogliera granitica. A picco sul prato verde, con tutti quei corpi arrampicati uno sull'altro, privi di vertigini ed identità. 

Appaiato, per vastità ed intensità canora, il South Bank del Molineux, casa dei lupi di Wolverhampton. Una lunga salita vestita d'arancio, pronta a confondersi con il sole, specialmente nei nebbiosi fine settimana delle West Midlands. 

Viene poi Sheffield, con la Spion Kop di Hillsborough ed il suo strano destino. A metà degli anni '80, il settore più caldo degli Owls, vantava 22mila spazi a disposizione ed un tetto sopra la testa: cifra tale da premiarla curva coperta più grande d'Europa. Una sterminata gittata di cemento, in febbricitante attesa d'essere riempita da impazienti calpestii. 

Il 15 aprile '89, però, quei passi diventarono troppi e troppo pesanti. Tanto pesanti da lasciarsi alle spalle 96 morti e 766 feriti. Da questo lutto l'origine, o la fine, a seconda dei punti di vista, delle nuove Kop: messe in sicurezza, con soli posti a sedere e con pesanti riduzioni alle capacità contenitive. 

Eppure l'anima Kop non è svanita in quell'89: resiste, ostinatamente, ancora oggi. La si vede, la si percepisce, tra quei corpi che seduti proprio non ci riescono a stare, tra quelle mani che ruotano creando i gesti più offensivi e canzonatori, tra quegli occhi che, come cento e più anni fa, brillano emozionati alla vista del dio futbol. 

Hillsborough e la Kop, quando ancora era scoperta


  

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